Alla scoperta di un territorio ricco di Storia e Arte, immersi in una Natura affascinante e per molti tratti ancora selvaggia.
La Tuscia ha una storia millenaria, luogo di incontro di popolazioni diverse fin dal periodo preistorico, nel punto in cui si toccano Umbria, Lazio e Toscana. Terra ricca di testimonianze etrusche, popolata da splendidi borghi medievali e antiche rocche, ville rinascimentali che lasciano senza parole per la ricchezza dei tesori che in esse si conservano. La bellezza delle testimonianze antropiche si fonde con la straordinarietà del suo paesaggio caratterizzato da boschi secolari, laghi di origine vulcanica, profonde valli scavate da sinuosi torrenti. Qui le tradizioni sono ancora forti e vive, fatte di intensi sapori e di inconfondibili profumi, racconti popolari e semplici.
Proposte di escursionismo e visite guidate nei siti più belli della Tuscia:
- MONTI CIMINI – CAPRAROLA: PALAZZO FARNESE
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- Alla scoperta dei Monti Cimini, rilievi di origine vulcanica, costituenti il residuo di due differenti distretti vulcanici, il vicano e il cimino.
- Con un percorso di grande valore paesaggistico, raggiungeremo la vetta del Monte Cimino (1053 mt), presso la quale ammireremo una maestosa e celebre faggeta che conserva centinaia di esemplari secolari. Cammineremo immersi in un’atmosfera magica, con la luce che filtra attraverso imponenti faggi, in armonia con lo splendido contesto naturale che ci circonda.
- Nel pomeriggio ci sposteremo a Caprarola per conoscere il sorprendente Palazzo Farnese, uno dei gioielli della Tuscia. L’edificio, che appare come un Olimpo raggiungibile da un’unica via di accesso, fu inizialmente concepito come una grande rocca di forma pentagonale, circondata da un profondo fossato, dal famoso architetto Antonio da Sangallo il Giovane per incarico del Cardinale Alessandro Farnese senior, divenuto poi papa Paolo III nel 1534. Dopo un’interruzione dei lavori durata diversi anni, nella seconda metà del Cinquecento, il nipote del Pontefice, il cardinale Alessandro Farnese iunior, riprese i lavori affidando il progetto al Vignola: nacque così uno dei più grandiosi esempi del manierismo e della cultura tardo – cinquecentesca. L’edificio si sviluppa su cinque piani, per un’altezza complessiva di oltre 30 metri: al suo interno si conserva una meravigliosa decorazione costituita da stucchi e affreschi, basata sulla celebrazione storico – dinastica della famiglia Farnese. I temi, mitologici o incentrati sulla storia sacra, furono suggeriti dai grandi eruditi e letterati del tempo, come Annibal Caro, Fulvio Orsini e Onofrio Panvinio: splendidi artefici di queste pitture furono alcuni degli artisti più famosi del tempo, come i fratelli Taddeo e Federico Zuccari, Raffaellino da Reggio e Antonio Tempesti.
- TREKKING URBANO PER LE VIE DI VITERBO – VILLA LANTE A BAGNAIA
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- Giornata dedicata ad un viaggio nel tempo tra Medioevo e Rinascimento.
- Camminando tra le vie di Viterbo ci si immerge in un’atmosfera di altri tempi, tra splendidi gioielli architettonici come il Palazzo Papale, la Cattedrale di San Lorenzo, il quartiere di San Pellegrino, chiese e monumenti di epoche differenti ma armoniosamente inseriti in un centro storico che si presenta ancora oggi ben conservato.
- Tappa importante lungo la romana Via Cassia per la presenza di preziose acque sulfuree, in un’area ricca di acqua e boschi, durante il Medioevo venne occupata prima dai Longobardi e successivamente donata da Carlo Magno alla Chiesa. Oggetto di numerose invasioni, a partire dalla fine dell’XI sec d.C. fu costruita una possente cinta muraria. Contesa tra Imperatore e Papa, Ghibellini e Guelfi, Viterbo divenne una città importante nel cuore del Patrimonio di San Pietro, attraversata dalla Via Francigena, principale asse di comunicazione tra l’Europa e Roma.
- L’epoca di maggiore splendore di Viterbo fu la seconda metà del 1200 quando furono costruiti splendidi palazzi, chiese e fontane dalla caratteristica forma a fuso. In questo periodo la città fu scelta come sede di Papi, costretti a fuggire da Roma, devastata da continue lotte intestine: cominciò allora la costruzione del meraviglioso Palazzo dei Papi, all’interno del quale furono eletti vari papi, tra cui Gregorio X e Niccolò III; nel 1281 Martino IV abbandonò Viterbo, spostandosi prima ad Orvieto e poi a Perugia.
- Gioiello assoluto della città il medievale quartiere di San Pellegrino, con le sue torri, gli splendidi edifici in peperino e i caratteristici profferli.
- Dopo un pranzo degustazione nel centro storico di Viterbo, ci sposteremo nel vicino e grazioso abitato di Bagnaia, dove si trova la meravigliosa Villa Lante, una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano. Tutta la Villa (tra giardino all’italiana e parco) occupa una superficie di 22 ettari. Fatta costruire nella seconda metà del 1500 dal cardinale Giovanni Francesco Gambara, che affidò il progetto al Vignola, questo splendido monumento conserva due palazzine abbellite da loggiati e preziosi affreschi e uno dei più famosi giardini all’italiana, costituito da cinque livelli di terrazze sovrapposte, disposte lungo il pendio della collina.
- TREKKING ALLA SCOPERTA DELLA CD. PIRAMIDE ETRUSCA DI BOMARZO E DEGLI INSEDIAMENTI RUPESTRI DELLA ZONA – BOSCO SACRO DI BOMARZO
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- Trekking alla scoperta di un’area di grandissimo valore paesaggistico e archeologico.
- L’escursione ci permetterà di compiere un viaggio fra gli orli di rupi, i massi crollati e le forre del plateau ignimbritico dell’antico vulcano Cimino. La roccia caratteristica del luogo è chiamata “peperino” per la presenza di piccoli minerali scuri ricchi di ferro e magnesio e deriva da eruzioni vulcaniche esplosive di circa 1 milione di anni fa che hanno generato una coltre piroclastica di oltre 30 metri di spessore. L’erosione ha agito poi su questo tavolato, da una parte incidendolo lungo le fessure da raffreddamento e scavando nel tempo profonde forre, dall’altra, ai margini, provocando il distacco di enormi massi, rotolati brevemente sui pendii e incastonati in equilibrio nel paesaggio circostante. E’ a partire da questi monoliti di roccia, tenace ma facilmente modellabile, che gli antichi abitanti di quest’area del Lazio diedero vita ad un complesso rupestre ricco di fascino e, per certi aspetti, molto misterioso. Novelli esploratori cercheremo di capire insieme il significato e la funzione di monumenti scavati nella roccia (come la famosa cd Piramide etrusca!) che ancora oggi appaiono agli occhi di molti archeologi estremamente interessanti e di controversa identificazione.
- Nel pomeriggio scopriremo un Luogo mistico e carico di fascino: il Bosco Sacro, opera creata da Pierfrancesco Orsini, detto Vicino. Uomo colto e raffinato, figlio della cultura erudita dei suoi tempi, concepì, a partire dal 1550, una creazione ancora oggi unica.
- Ispirandosi ad un testo oggi poco conosciuto, L’Idea del Theatro di Giulio Camillo, detto Delminio (opera commissionata dal re di Francia Francesco I), crea un Parco strutturato su quattro livelli e dominato da statue ricavate dalla rocce di peperino presenti in loco: con richiami alla cultura classica, ai poemi epici del tempo e a diverse correnti filosofiche troveremo lungo questo percorso catartico Sfingi, Giganti in lotta, antiche divinità come Nettuno e Venere, il Teatro – luogo simbolico dell’intero Bosco – e la famosa Casa Pendente, allusiva alla situazione politica contemporanea a Vicino. Sulla sommità del colle, come al vertice di una piramide, rigenerati nel cuore e nella mente, troveremo un Terrazzino e, nei pressi, un piccolo Tempio, simbolo del culto solare e dedicato al perdurare dell’alleanza tra Farnese e Orsini.
- CIVITA DI BAGNOREGIO E VALLE DEI CALANCHI
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- imperdibile escursione a Civita di Bagnoregio e alla Valle dei Calanchi. Non sempre i sentieri sono tutti fruibili perché il territorio in questa zona è in continuo movimento, “un paesaggio vivente” è stato definito, e quindi processi di erosione e modellamento del rilievo possono cancellare i vecchi tracciati e bisogna poi cercarne di nuovi. Una passeggiata bellissima e sensazionale che entra nel cuore di paesaggi da favola, apparentemente scolpiti da mani artistiche e fantasiose, paesaggi che, insieme al piccolo borgo di Civita abbarbicato su uno sperone di tufo, sono stati candidati a diventare patrimonio UNESCO.
- L’escursione proposta è un semianello, con partenza da Lubriano, passaggio per i calanchi e il borgo di Civita e arrivo a Bagnoregio. Dal belvedere di Lubriano si riesce a godere una vista longitudinale molto insolita di Civita, da cui si capisce ancora meglio la natura dei dissesti e delle frane che minacciano l’esistenza di questo gioiellino, definito ormai da tempo il “paese che muore”. Scendendo su un ripido e bellissimo sentiero, in poco tempo saremo nella valle fra i due villaggi, a contatto con pareti basaltiche e ricche sorgenti d’acqua. Un facile guado ci porterà a risalire il pendio sotto la rupe di Civita fino ad un castagneto secolare. Da qui inizia il tratto più entusiasmante che conduce nel cuore dei calanchi. Frane, scivolamenti, colamenti, erosione diffusa ed areale… sarà un viaggio silenzioso nelle mille forme che gli agenti atmosferici possono scolpire sulla nuda terra argillosa. Si risale a Civita ripassando per il castagneto e attraversando l’inaspettata galleria del “Bucaione” scavata nel tufo. Il paese antico è delizioso e lo esploreremo in ogni suo angolo, cercando anche di capire quali misure siano finora state adottate per arrestare l’inesorabile procedere dei dissesti. L’uscita dalla porta principale e il passaggio sul famoso ponte passerella sospeso nel vuoto ci porteranno prima alla frazioncina di Mercatello e poi a Bagnoregio, che attraverseremo in tutta la sua lunghezza fino al parcheggio.
- Nel tardo pomeriggio degustazione di prodotti tipici presso l’Azienda Agricola Montesu, a Lubriano, dove si potrà godere di un panorama eccezionale su tutta la Valle.
- ORVIETO – BOLSENA: il cammino del miracolo
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- Un’entusiasmante escursione di attraversamento lungo un tracciato antichissimo che collega due cittadine fittamente legate fra loro da vicende storiche e, in parte, anche leggendarie. In un territorio inizialmente permeato dallo spirito spontaneo e naturale del popolo Etrusco di cui molte vestigia sono ancora visibili, successivamente dall’intensa spiritualità medievale. Attraverso paesaggi mozzafiato e ambienti di rara bellezza e isolamento. Con segni tangibili del percorso che, da Bolsena a Orvieto, portò nel 1263 una delegazione di chierici al cospetto del Papa per raccontare e documentare un miracolo appena avvenuto nella chiesa bolsenese di Santa Cristina…
- Dal Ponte del Sole, ai piedi di Orvieto, saliremo lungo la vecchia selciata medievale fino allo spartiacque fra la valle del Paglia e il grande lago, incontrando boschi, “tagliate”, pascoli a distesa e piccole necropoli rurali. Sarà una gioia per lo spirito e il corpo attraversare paesaggi silenziosi solcati dal vento, rimasti immutati da secoli e secoli. Giunti in vista del lago, con le sue isole, avremo la possibilità di camminare su diversi tratti di basolato romano, là dove il tracciato medievale si innesta su un itinerario più antico che racconta episodi locali della conquista dell’Etruria da parte dei più potenti e organizzati soldati di Roma.
- A Bolsena visiteremo la basilica di S. Cristina, nota ovunque nel mondo sia in quanto dedicata alla giovanissima Cristina che a Bolsena visse e fu martirizzata in epoca romana, sia perché sede nel 1263 del famoso “miracolo di Bolsena”.
- RISERVA LAGO DI VICO – CAPRAROLA: PALAZZO FARNESE
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- Il Lago di Vico, circondato dai Monti Cimini, occupa una caldera vulcanica ed è il risultato dell’attività di un sistema vulcanico che caratterizzava il territorio. Questo luogo ha avuto sin dal Neolitico una valenza simbolica molto forte per le popolazioni che ne abitavano i dintorni e non è casuale la presenza di una leggenda molto evocativa: si narra, infatti, che l’eroe Ercole in persona fu artefice della creazione di questo lago, conficcando la propria clava nel terreno e sfidando gli abitanti ad una prova di forza. Una volta estratta, lo scossone causò la formazione del Lago di Vico.
- Ci immergeremo in questo paesaggio fantastico, poco antropizzato, all’interno di una Riserva Naturale istituita nel 1982.
- Nel pomeriggio ci sposteremo a Caprarola per conoscere il sorprendente Palazzo Farnese, uno dei gioielli della Tuscia. L’edificio, che appare come un Olimpo raggiungibile da un’unica via di accesso, fu inizialmente concepito come una grande rocca di forma pentagonale, circondata da un profondo fossato, dal famoso architetto Antonio da Sangallo il Giovane per incarico del Cardinale Alessandro Farnese senior, divenuto poi papa Paolo III nel 1534. Dopo un’interruzione dei lavori durata diversi anni, nella seconda metà del Cinquecento, il nipote del Pontefice, il cardinale Alessandro Farnese iunior, riprese i lavori affidando il progetto al Vignola: nacque così uno dei più grandiosi esempi del manierismo e della cultura tardo – cinquecentesca. L’edificio si sviluppa su cinque piani, per un’altezza complessiva di oltre 30 metri: al suo interno si conserva una meravigliosa decorazione costituita da stucchi e affreschi, basata sulla celebrazione storico – dinastica della famiglia Farnese. I temi, mitologici o incentrati sulla storia sacra, furono suggeriti dai grandi eruditi e letterati del tempo, come Annibal Caro, Fulvio Orsini e Onofrio Panvinio: splendidi artefici di queste pitture furono alcuni degli artisti più famosi del tempo, come i fratelli Taddeo e Federico Zuccari, Raffaellino da Reggio e Antonio Tempesti.
- RISERVA NATURALE REGIONALE MONTERANO: LE ROVINE DELL’ANTICA MONTERANO
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- Da Canale Monterano, piccolo paesino del territorio, andremo a scoprire le affascinanti rovine dell’antico abitato di Monterano, sorto in epoca etrusca e divenuto importante nel periodo medievale, prima di essere completamente abbandonato agli inizi del 1800.
- La famiglia Altieri, antica famiglia romana protagonista delle vicende della città sin dal periodo medievale, raggiunse uno straordinario potere soprattutto nel corso del XVII secolo, quando uno dei suoi componenti, Emilio Bonaventura Altieri, salì al soglio pontificio nel 1670 con il nome di Clemente X. Divenuti principi di Oriolo e Viano (attuale Vejano) e duchi di Monterano grazie all’intervento del Pontefice, membri della famiglia Altieri affidarono la ristrutturazione del Castello ducale di Monterano, ad artisti importantissimi del periodo, tra cui lo stesso Gian Lorenzo Bernini. La Chiesa di San Bonaventura – famosa soprattutto in quanto utilizzata come location del film “Il marchese del Grillo”, con il grande Alberto Sordi – venne realizzata da Mattia de’ Rossi su disegno di Bernini; a quest’ultimo si deve anche il progetto della bellissima fontana con la rappresentazione di un leone che si trova sotto le arcate della facciata del Palazzo baronale, nella piazza principale dell’abitato.
- VIA FRANCIGENA: DA CAPRANICA A SUTRI
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- Sutri fu un importante centro etrusco, collegato a molte città dell’Etruria, tra cui Veio, alle porte di Roma e acerrima nemica dei Romani. Espugnata da quest’ultimi nella prima metà del IV a.C., durante il periodo alto medievale la città venne donata dal re longobardo Liutprando a Papa Gregorio II e divenne così il primo nucleo del Patrimonio di San Pietro, simbolo del potere temporale dei Papi. Secondo la tradizione, seguendo quella che poi sarà la via Francigena, qui passò Carlo Magno, diretto a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero.
- Tutta la zona è ricchissima di importanti testimonianze relative alla sua secolare storia: arrivando da Roma, l’area archeologica si estende lungo il costone tufaceo che precede il paese ed è di straordinaria importanza per l’anfiteatro romano, completamente scavato nel tufo, per la vasta necropoli rupestre, il suggestivo Mitreo trasformato in Chiesa dedicata alla Madonna del Parto. Poco distante dall’area archeologica si trova poi Villa Savorelli, elegante edificio costruito nel XVIII secolo, circondata da un elegante giardino all’italiana e comprendente, all’interno dei sui confini, la Chiesa della Madonna del Monte e i ruderi del cd. Castello di Carlo Magno, attualmente proprietà della famiglia Staderini.
- Percorreremo un tratto della via Francigena: una traversata ricca di storia, archeologia e natura! Fra rupi tufacee e torrenti, cammineremo circondati dalla Storia e immersi in una rigogliosa natura nella forra di Fosso Mazzano, con meravigliosi colpi d’occhio su Sutri e Capranica.
- CERVETERI: la Necropoli etrusca della Banditaccia e il Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri
- La Necropoli etrusca della Banditaccia di Cerveteri, sito Unesco dal 2004, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura funeraria della cultura etrusca e uno dei principali siti archeologici del Mediterraneo.
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- L’antico cimitero, completamente immerso nella natura, si estende per centinaia di ettari su di un pianoro tufaceo, a NO della città di Caere, la greca Agylla. Le straordinarie tombe furono scavate sapientemente nel tenero banco tufaceo e con la loro pianta e i particolari architettonici presenti negli ambienti ipogei riproducono fedelmente architetture ed arredi delle case aristocratiche etrusche.
- L’area visitabile, circa 10 ettari, è detta “del Recinto” e conserva al suo interne preziose testimonianze di architettura funeraria che si datano dal IX al IV secolo a.C. Ai maestosi tumuli del VII e VI sec. a.C., caratterizzati da grandiosi corridoi di accesso, si affiancano nella seconda metà del VI e agli inizi del V a.C. le tombe “a dado”, costruite con una forma più regolare lungo assi stradali paralleli. Successivamente, tra il IV e il I sec. a.C., esauritosi lo spazio disponibile in superficie, si comincia ad utilizzare il sottosuolo: viene allora ricavata una serie di ipogei, alcuni di grandiose dimensioni come la Tomba dei Rilievi.
- Le straordinarie sepolture di Cerveteri ci forniscono una serie di indicazioni non soltanto sull’ideologia della morte e della società degli Etruschi ma ci consentono anche di ripercorrere lo sviluppo dell’architettura domestica dal IX secolo a.C. fino al Tardo Ellenismo.
- All’interno dello splendido Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri, ospitato nel castello del borgo medievale, si possono ammirare oltre duemila reperti ordinati cronologicamente dal momento formativo del centro urbano (IX – VIII secolo a.C.) fino alla tarda età ellenistica (III – II a.C.): tra di essi, spiccano le ceramiche, sia di produzione locale che importate, come il famosissimo Cratere di Eufronio, restituito all’Italia nel 2006 dal Metropolitan Museum di New York.
- PARCO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO DI VULCI
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- Vulci è veramente un binomio perfetto tra Storia e Natura! Le fertili campagne a distesa, la vicinanza col mare, la stupefacente valle della Fiora che taglia i territori segnandone la storia, il silenzioso e imponente castello medievale dell’Abbadia, l’ardito ponte del “Diavolo”, i resti archeologici di insediamenti e culture millenarie disseminati ovunque su un morbido pianoro di suolo vulcanico, un Parco Naturalistico Archeologico ricco anche di alberi rari e monumentali, un paesaggio integralmente conservato che sembra appena dipinto da un vedutista del ‘700. Muoveremo con lentezza i nostri passi in questi luoghi preziosi cercando di coglierne l’essenza più autentica e profonda, provando anche ad immaginare cosa possa averli resi così attrattivi e unici agli occhi attenti degli Etruschi.
- Il Castello dell’Abbadia appare isolato e capace di resistere a qualsiasi assedio. Con pochi passi ne vedremo il cortile interno per poi attraversare il fiume camminando sul bellissimo Ponte del Diavolo, una costruzione talmente temeraria e strapiombante da aver fatto credere ai pellegrini di passaggio che solo il demonio potesse averci messo le mani. In compagnia di campi e pascoli arriviamo all’ingresso del Parco Archeologico per entrare nell’antica città, prima etrusca poi romana. Ne percorriamo il Decumano Massimo, interamente lastricato da basoli, che collega la porta ovest a quella orientale verso il fiume, ed è un susseguirsi di resti di importantissimi edifici, dall’Arco Onorario al Tempio, dalla Casa del Criptoportico ad una domus patrizia con Mitreo. Dolcemente scendiamo verso le sponde della Fiora (entità fluviale rigorosamente femminile) passando accanto a resti di muraglioni e di un antico ponte. Il cammino si fa ora interessante per gli aspetti naturalistici e di paesaggio, con la presenza, soprattutto sulle rupi di roccia vulcanica, di una vegetazione forestale ricca di esemplari secolari e rari, ad esempio di olivastro, bagolaro, pero selvatico… Una breve deviazione in discesa ha come meta il magico Lago del Pellicone, location cinematografica di innumerevoli film storici, dove il fiume crea cascatelle che lentamente incidono una tenace colata di lava, tutto intorno un paesaggio di forra con pareti di travertino. Una domenica da ricordare, in un Luogo che racchiude la nostra Storia, immersi in un paesaggio autentico e di grandissimo valore.
- SULLE ORME DI SIGERICO: DA MONTEFIASCONE A BOLSENA
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- Tra boschi, pascoli e coltivi, con lo scenario naturale del lago di Bolsena a farci da guida, una straordinaria e super panoramica camminata lungo uno dei tratti più belli della Via Francigena, che faremo però “al contrario” rispetto al senso di marcia comunemente usato. Non faremo come i pellegrini medievali diretti a Roma, ma calcando le orme di Sigerico che nel AD990, dopo essere stato nominato Arcivescovo di Canterbury dal Papa, tornava da Roma verso il grande nord descrivendo su un diario i tratti di strada e i luoghi dove si fermava. Così nacque la prima puntuale descrizione della Via Francigena che ancora oggi conosciamo e così la percorreremo, da Montefiascone a Bolsena, fino alle sponde dell’omonimo lago. Sarà un cammino pieno di sorprese!
- NECROPOLI RUPESTRI ETRUSCHE: NORCHIA, SAN GIOVENALE, SAN GIULIANO (raggiungibili con trekking)
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- TARQUINIA: la Necropoli dei Monterozzi e il Museo Nazionale Archeologico di Tarquinia
- “Il primo capitolo della storia della pittura italiana”: così Massimo Pallottino, uno dei più importanti etruscologi italiani, definiva le pitture che si trovano all’interno della serie straordinaria di tombe dipinte rinvenute nella necropoli dei Monterozzi, sito Unesco dal 2004. La collina su cui si trova la principale necropoli di Tarquinia è lunga circa 6 km e si estende parallela alla costa, tra questa e l’altura dove un tempo sorgeva la città etrusca, una delle più importanti della Dodecapoli. Il sepolcreto venne utilizzato dall’età villanoviana sino a quella ellenistica ed è costituito da tombe ipogee, scavate nella roccia a profondità variabile e accessibili mediante un dromos, corridoio di accesso alla camera funeraria. L’aspetto più straordinario del sito è rappresentato dalla conservazione, all’interno di una minima parte dei sepolcri (circa il 2%), di incredibili raffigurazioni pittoriche, espressione della classe aristocratica dell’epoca, l’unica che potesse permettersi il lusso di decorare le proprie tombe.
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- L’area del Calvario, il settore della necropoli dei Monterozzi aperto al pubblico, conserva circa una ventina di tombe, la cui bellezza continua a commuovere i suoi visitatori.
- La più grande pinacoteca del mondo preromano ci illustra con scene figurate la vita dei nobili etruschi e le credenze relative alla morte: banchetti allietati da musiche e danze, cacce, giochi ginnici e gladiatori durante le celebrazioni in onore del defunto, genii alati e demoni, rappresentazioni del viaggio del defunto verso l’aldilà.
- Il Museo Nazionale Archeologico di Tarquinia, ospitato all’interno dello splendido Palazzo Vitelleschi, conserva importantissimi reperti di epoca etrusca: materiali lapidei di età orientalizzante ed arcaica; sarcofagi provenienti dalle necropoli sparse intorno all’antica città; corredi funerari composti da oggetti che dovevano accompagnare il defunto nella sua nuova vita dopo la morte. E’ possibile ammirare, inoltre, un capolavoro della coroplastica etrusca, la grande lastra di terracotta decorata ad altorilievo con una coppia di cavalli scalpitanti, proveniente dalla testata di uno dei grandi travi del frontone del tempio dell’Ara della Regina, edificio imponente che si trovava nel cuore della Civita etrusca. All’ultimo piano del Museo, inoltre, si trovano quattro tombe le cui pitture funerarie sono state distaccate dall’Istituto Centrale di Restauro per motivi di conservazione nel corso degli anni ’50.
- VISITE GUIDATE DI BORGHI DELLA TUSCIA: SUTRI (con il Parco Archeologico “Antichissima Città di SUTRI”); VITERBO; BAGNAIA CON VILLA LANTE; CAPRAROLA CON PALAZZO FARNESE; MONTEFIASCONE; GROTTE DI CASTRO (Museo e Necropoli di Pianezze e Centocamere); BOLSENA; CIVITA DI BAGNOREGIO; TARQUINIA.